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Restauro della Chiesa di Santa Caterina e suo allestimento museale, (2009)

Planimetria con l'allestimento della Chiesa di Santa Caterina.
 
Il progetto si riappropria dello spazio originario absidale per scopi museali, a seguito della ricollocazione del gigantesco organo di recente fattura lungo la parete sinistra della Chiesa. Viene pertanto allestito lungo l’unica navata e nei tre spazi absidali  il preziosissimo ciclo di affreschi con le Storie di Sant’Orsola opera del pittore Tomaso da Modena (1326 - 1379). L’interno assume così una duplice funzione: museale e concertistica. 
Il progetto e la risistemazione dell’ex Chiesa di Santa Caterina ha previsto la suddivisione in due parti distinte e complementari lo spazio interno:
  • dedicando una zona a spazio-concerti, per un pubblico di 300 persone, utilizzato all’occorrenza anche per riunioni o conferenze; 
  • una zona, rappresentata dall’area dell’abside e parte della navata, ospita il nuovo allestimento museale con la ricollocazione del ciclo di affreschi con le storie di Sant’Orsola.
In origine erano dipinte sulle pareti dell’abside destra, all’interno della chiesa di S. Margherita; poi strappati da Bailo Carlini e Girolamo Botter nel 1883, restaurati diverse volte nel corso degli anni e successivamente incorniciati sull’attuale telaio in legno. 
Il progetto relativo all’allestimento museale, prevede l’esposizione lineare su doppia linea e ripropone le sequenze delle Storie di Sant’Orsola per registri contrapposti; secondo l’ubicazione originale della Cappella, la lettura delle Storie avveniva secondo la sequenza dei riquadri dall’alto verso il basso. 
L’organizzazione interna si concretizza mediante la collocazione di espositori lungo la navata, che accompagnano l’interessato nella zona absidale, ove trovano spazio gli affreschi conclusivi delle Storie (affresco n. 9 Partenza da Roma, n. 10 Navigazione verso Colonia, e n. 11 Martirio di Orsola, del Papa e delle 11.000 vergini). La parte retrostante di tali espositori è volutamente lasciata a vista e ciò per rendere leggibile la storia degli strappi con i singolari appunti originali dei due restauratori.
Al fine di eliminare totalmente gli effetti traumatici alle opere consentendone al meglio la loro tutela, è stata eseguita una sorta di carenatura, avente funzione di irrigidimento della struttura esistente, con elementi in acciaio avvitati sui telai esistenti. Gli espositori, appositamente studiati hanno una base di circa 120 cm di larghezza e dimensioni medie pari a 320x225 cm (il più grande ha dimensioni 315x465 cm). 
L’illuminazione della Chiesa è stata eseguita installando dei proiettori sulle capriate. Tali proiettori sono dotati di sistema motorizzato che consente la calata dall’alto del corpo illuminante per la manutenzione.  L’’illuminazione d’ambiente è prodotta da appositi proiettori collocati sulla sommità di una sorta di “totem” tecnologici posizionati in corrispondenza delle pareti lunghe, muniti di audio-diffusione, videosorveglianza e luce d’emergenza.