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Ristrutturazione della Sede dell’Ambasciata del Sudafrica a Roma, (1984-87)

 
Prospetto su via Tanaro: i prospetti presentano una composizione per aggetti e rientranze con logge e terrazze; vista dell’atrio, dei pregevoli pavimenti e dello scalone in marmo.
 
L’area su cui insiste l’edificio è parte integrante del progetto urbanistico del quartiere Coppedè redatto nel 1915 da Gino Coppedè per il quartiere tra via Tagliamento e via Arno. Tale edificio presenta una pianta rettangolare i cui prospetti seguono una composizione per aggetti e rientranze con logge, terrazze ed altana a padiglione. I lavori di ripristino hanno comportato un intervento nelle strutture verticali ed orizzontali, il completo rifacimento degli impianti ed il recupero e restauro di tutti gli elementi che costituivano una testimonianza dell’assetto originario. Le murature portanti ed i solai sono stati consolidati con chiodature, applicazioni di reti metalliche e malte di sabbia e cemento rese neoplastiche. Le facciate esterne sono state integralmente restaurate lasciando inalterato il carattere dell’edificio dato dalla combinazione dell’uso di travertino, del mattone a faccia a vista e del tufo. Nel restauro degli interni sono stati ripristinati tutti gli elementi decorativi, i bassorilievi in gesso dei soffitti, i marmi, i ferri battuti e la scala in marmo. Un grande affresco parietale, opera del maestro Paolo Scarpa, raffigurante un’allegoria del Sudafrica, è stato collocato nell’atrio d’ingresso. All’esterno, di fronte all’ingresso principale, è stata invece realizzata una fontana in travertino e peperino che incornicia il pregevole sarcofago di epoca romana.